Lei indossa una tuta bianca modello Nairobi a 49,99 Euro e un cappello rosa con visiera modello Zen a 12,00 Euro.
«Domanda stupida, cara Ginevra. Scommetto che anche tu vorresti una testa.»
«Neanche per sogno! Finirei come quelle donne umane che stanno ore a rifarsi il trucco, a sistemare i capelli... no, per carità!»
«Se avessi una testa, di quelle con il sorriso e gli occhi di vetro, sarei felice, e anche gli altri mi vedrebbero felice.»
«Cosa vuoi che importi agli altri della tua felicità? Non ti capisco. Se ce l'hai un po' di felicità, tienila per te.»
«Non voglio convincerti. Voglio solo una testa, una testa in cui conservare i pensieri, le idee, i sogni, le ambizioni. Tu non sei stufa di dover spiegare tutto con la telepatia? Non ti piacerebbe forse pronunciare parole con una bocca, sentire la vibrazione di una parola sulle labbra? Non ti piacerebbe guardare il mondo con un paio di occhi anziché con questa specie di visualizzazione mentale? E soprattutto, non ti piacerebbe mostrare le tue emozioni con una semplice combinazione di espressioni del viso?»
«Mah, non saprei. Anche la testa dei manichini del quarto piano è pur sempre una testa finta, una testa muta, con un sorriso finto e inutile, dovresti saperlo. Che te ne fai di una testa così? Ti ricordo inoltre che sei un manichino. Oltre alla testa ti manca il cuore. Forse questo è anche peggio.»
Non le rispondo, ma il cuore ce l'ho. L'ho fatto con uno straccio, è stato facile. Ho preso uno straccio e ci ho fatto dei nodi stretti. Il cuore l'ho sempre immaginato così, almeno stando a quello che appare sui volti degli umani. Li ho studiati a lungo quei volti, ho tentato di interpretare gli sguardi che mi rivolgono, la lucidità dei bulbi oculari, l'intensità dei loro sorrisi. Magari sbaglio, visto che appunto non ho una testa e ragiono male. Il cuore lo tengo nel mio busto vuoto, incollato con lo scotch all'altezza del petto. I nodi stretti sono delusioni o dolori.