«Sarà imbolsito, ma guarda le mamme come gli ronzano intorno.»
«Già, riesco a vedere la loro bava alla bocca.»
«La tua solita invidia per gli uomini alfa.»
«Ancora con questa storia di uomini alfa e beta! Sei stata solo più fortunata delle tue amiche, che non hanno saputo distinguere gli uomini alfa dagli analfabeti.»
«Come sei spiritoso. E tu che tipo di uomo saresti? Sentiamo.»
«Sono fuori dagli schemi, bella mia, lo sai. Edizione limitata. Perché sennò mi ami così tanto?»
«Ma vai al diavolo, scemo!»
Ora il re biondino si è messo un bicchiere di carta in testa come cappello e imita le movenze di una scimmia.
«Oh mamma mia!» sospiro. Il re biondino dice qualcosa a Federica, non sento, ma le ruba il sorriso, lei si volta e si allontana a passi svelti. Gli altri bambini ridono.
«Cosa le avrà detto?»
«Non lo so. Stasera mi toccherà fare quel lungo discorso sull'inutilità dell'amore. L'ho fatto anche a te, vero?»
«Non ci provare,» dice riempendo il bicchiere di aranciata, «va' da lei invece di dire scemenze.»
Lascio il piatto vuoto sul bordo del tavolo. Federica è rifugiata in un angolo, seduta e con le braccia incrociate, dondola le gambe. Ha il broncio. La raggiungo.
«Ehi, bella di papà, non mangi niente?»
«No, non ho fame.»
«Oh, figlia mia, ma in queste circostanze non si mangia per fame. Si celebra l'opulenza del capitalismo.»
«Che diavolo hai detto papà?»
«Niente, lascia stare. Dai, vieni con me.»
Ci dirigiamo verso una delle porte.
«Dove andate?» fa mia moglie.
«Tranquilla, torniamo subito. È in buone mani.»
Mia moglie con il bicchiere mima un cin cin. Conduco Federica fuori dalla sala. Il corridoio è una lunga scacchiera di marmo.
«Guarda» le dico, «facciamo un gioco. Io mi muovo in diagonale come un alfiere, tu a L, perché sei un cavallo.»
Federica sorride: «Okay!»
Federica si sposta di una L, io faccio la prima diagonale.
Questa è una storia di fantasia
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