Una che ci teneva così tanto alla manutenzione della caldaia doveva essere una che guardava avanti, che immaginava di dover ritornare nella propria casa e che, a differenza di tutte le altre, non si rassegnava alla condanna di essere in questa casa di riposo solo per aspettare la morte.
Considerando le numerose scommesse vinte, mi sentivo in qualche modo debitore di Olga e alla prima occasione le avevo comprato un regalo: un deambulatore in alluminio super leggero. Luigi, il collega che quando ci vede scommettere sulle signore scuote la testa e ci definisce «biechi approfittatori», guardava storto me e Olga che scartava il regalo. Anche lo sguardo di Olga non è stato quello che mi aspettavo.
«Che c'è Olga, non ti piace?»
«Sì sì, è bellissimo.»
«Allora perché sei così triste?»
«Avrei preferito un cappello» ha detto.
«Un cappello?»
«Sì, un cappello a larghe falde, di quelli che indossavo da giovane quando salivamo sulle montagne del paese e guardavamo la vallata. Non sai che darei per averne ancora uno.»
«Ma qui non c'è la vallata!»
«Io la vallata la so immaginare. Quando chiudo gli occhi posso vedere le montagne e le valli e prati sterminati. Se avessi un cappello a larghe falde sarebbe ancora più facile vedere la vallata.»
Olga si è alzata dalla panchina, mi ha assorbito in uno sguardo spento, ha detto: «Comunque grazie», ha afferrato le maniglie del nuovo deambulatore e mi ha fatto vincere altri duecento Euro, pur con qualche contestazione da parte dei miei avversari che lamentavano uno svantaggio delle altre concorrenti dotate di deambulatori meno efficienti.
«La differenza di Olga è nella determinazione» gli ho risposto.
«No, semmai è il tuo solito culo.»
Ho messo i soldi in tasca senza aggiungere altri commenti.
Un paio di settimane dopo passeggiavo lungo il corso con mia moglie. Nella vetrina di una boutique c'era un manichino che indossava un cappello.
Questa è una storia di fantasia
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