Più tardi il cameriere mi porta una fetta di torta al cioccolato e la mia rabbia, tra le chiacchiere con gli amici, si dissolve nel primo boccone dolce amaro. Chissà su quale piano vivono quelli intorno a me, chissà su quale piano mi sveglierò domani. Si vive comunque da soli al quinto piano. Credo di avere già perdonato tutti, anche quelli che mi sorridono e si ostinano a chiamarmi Sarotta, del resto chi non sa nulla della mia felicità è giusto che non conosca nemmeno il mio vero nome.