Siamo andati a trovare Marco in prigione, sempre uno alla volta, tranne Sara che non crede più di avere l'attore morto accanto a sé, dice che non la beve e testimonierà in tribunale. Marco sta dietro le sbarre da quasi due anni. Marco mi è sembrato molto dimagrito, ha detto: «Si può sapere cosa cavolo vuoi da me? L'hai capito o no che sono un truffatore? È tutta una bufala. Non vedo nessun morto e per favore cerca di non farti più vedere nemmeno tu.»

«Ho tutti i soldi, Marco» ho detto, «chi è il mio morto? Ti pago appena esci!»

«Vai a morire ammazzato» ha sussurrato. Povero Marco, deve essere dura per lui. Ci penso spesso la notte, gli occhi spalancati nel buio e quella musica di pianoforte che sale dal sottosuolo.

Siamo andati a trovare Marco in prigione, ma ci hanno mandati via. Ho provato tutti i nomi con l'iniziale suggerita da Marco, magari avessi azzeccato il nome giusto il mio morto avrebbe potuto rivelarsi in qualche modo.

Gioco spesso a scacchi con il mio morto, immagino le sue mosse, perdo sempre. Il mio morto è imbattibile a scacchi, è un indizio, magari è stato un campione di scacchi! Cucino buoni piatti per il mio morto, non può mangiarli in quanto morto, peccato, alla fine mangio tutto io. Chissà come cavolo si chiama. Chissà chi è. Soldi ben spesi, forse, quelli per il suo nome. La notte fatico a prendere sonno con quella musica al pianoforte che arriva dal sottosuolo. È una musica bellissima, ma non so come si chiama.

Siamo andati al funerale di Marco. L'hanno trovato impiccato in cella. C'era pochissima gente al funerale. Pochi vivi, ma sicuro una folla di morti. Sull'autobus diretto verso casa forse il mio morto sedeva proprio sul sedile vuoto accanto al mio, sapevo solo che il suo nome iniziava con la M e che il tempo è circolare. Ma sì! M! Il tempo è circolare! Rivolto verso il sedile vuoto, cioè verso il mio morto (forse), sono scoppiato a ridere e ho detto: «Cazzo! Marco, ma niente niente sei tu? Sarebbe una cosa pazzesca!»

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Questa è una storia di fantasia
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