Insomma, la personalità del tenente cieco americano non è mai davvero scandagliata, se non durante il pranzo del giorno del Ringraziamento in cui, di fronte ai parenti che non lo desiderano, Frank rivela tutta la propria fragilità, ed è probabilmente l'unica scena toccante dell'intero film, soprattutto quando si scopre che il personaggio non è un eroe di guerra ma la vittima di un'inutile bravata che egli stesso compie maneggiando spavaldamente delle bombe a mano. Naturalmente non c'è traccia dell'humor nero che Dino Risi insinua nel film con molta dedizione, pur se entrambi i personaggi usano il medesimo strumento drammaturgico: fanno dimenticare la loro «condizione di inferiorità attraverso lo sberleffo e la furia dissacrante, in un crescendo che per essere appunto volutamente iperbolico fa scattare le molle della comicità nera»; molle che Martin Brest mantiene invece premute. Tra l'altro Risi insinua nel film una coppia simmetrica ai personaggi protagonisti: si tratta dell'altro cieco, a sua volta accompagnato da un ragazzo, che attende Fausto a Napoli con il progetto di suicidarsi insieme a lui. Questo “andare a morire insieme”, portato poi alle estreme conseguenze dai film di Marco Ferreri, è proprio uno dei tratti più neri della trama, e che, infatti, scompare nel rifacimento americano. Frank più volte parla di un suo amico morto, giustificando forse così l'assenza di un personaggio importante nel film originale, ma a parte questo il suo viaggio verso il suicidio è un percorso esclusivamente personale, e che perde tutte le implicazioni, tutte le sfumature metaforiche del prototipo italiano.

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