Questi rifacimenti – è forse superfluo sottolinearlo – non costituiscono alcun tentativo di citazione, né, come nei casi che vedremo nel paragrafo succesivo, si pongono mai come omaggio al film originale o del regista che lo dirige. L'appropriazione è spudoratamente ritagliata su esigenze di produzione. Pensiamo ad episodi imbarazzanti, come l'assegnazione dell'Oscar a soggettisti e sceneggiatori che in realtà non inventano nulla di nuovo. Un caso l'abbiamo già citato a proposito del musical (cfr. 1.1.3, pp. 49-50), e, per rimanere nel contesto che stiamo esamindando, possiamo nominare Bo Goldman, che per fortuna è soltanto candidato all'Oscar per la sceneggiatura di Scent of a Woman, film che neppure nel titolo si sforza di occultare il modello originale di Profumo di donna, il film che Dino Risi gira nel 1974 con la grande interpretazione di Vittorio Gassman.
È vero che Goldman fa in un certo modo un gran lavoro, almeno nello sfrondare il soggetto originale da qualunque reminiscenza europea. Soggetto che in realtà è tratto dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino, e ricalcato da Risi per filo e per segno, fatta eccezione per qualche divertente inserto e per certe variazioni sul finale. Nei titoli di testa del rifacimento americano, diretto da Martin Brest, compare una veloce citazione del nome di Arpino, ma il debito con il film di Dino Risi è chiaramente denunciato dal titolo, nonché dalla drammaturgia di Al Pacino (Frank) che si sforza, sia pur con buoni risultati, di “tradurre” Vittorio Gassman (Fausto).
Risi ha sottolineato in diverse occasioni quanto lo attragga la struttura parabolica del viaggio e della meta quasi sempre tragica che essa sottende. Si potrebbe aggiungere, da Il sorpasso a Mordi e fuggi
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, che il motivo del viaggio apre inoltre, a ventaglio, una gamma di possibilità e di situazioni picaresche che arricchiscono l'aneddotica più seria del nostro regista (15).