Due anni dopo lo stesso Lenzi realizza Il trucido e lo sbirro, operando contemporaneamente la trasformazione del personaggio interpretato da Thomas Millian (da ora in poi Sergio Marazzi detto Er Monnezza) e attuando la definitiva svolta del filone verso la parodia.
E' Bruno Corbucci a raccogliere i frutti di questi sviluppi. Egli, arruolando Thomas Millian nel cast, realizza uno dopo l'altro dei film che sul finire degli anni Settanta segnano le ultime tappe del filone poliziesco: Squadra antitruffa, Squadra antimafia, Delitto in formula uno.
Potermmo continuare con una lunga serie di esempi, ma ciò che ci preme confermare è che il cinema italiano, pur appropriandosi di alcuni generi peculiari della cinematografia americana, non ne ricalca mai i soggetti originali. Il poliziesco all'italiana, ad esempio, coglie soltanto gli aspetti esteriori del gangster movie, giungendo ad esiti totalmente diversi.
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Si potrebbe addirittura affermare che lo specifico del nostro cinema nazionale sia l'assorbimento dei generi, o mediante la costruzione (rara) di generi autonomi, o per mezzo della diversificazione dei generi standard[…]
. Visto in questa prospettiva, forse il cinema italiano non avrebbe poi troppo da invidiare a quello americano, che è un cinema “di genere” quasi per definizione, e che però, nella prospettiva di un'estetica industriale e di massa, quasi sempre produce eccellenti risultati (10).
I generi americani – aggiungiamo noi – sono anche più duraturi, ma non è questa la differenza più importante. In questi casi è bene ricordare, come avverte Lino Micciché, che «la nozione di “cinema italiano” è indubbiamente vaga e imprecisa ed è forse più definibile per esclusione che per inclusione» (11). E' come affermare che tutti i film italiani di genere non costituiscono “il” cinema italiano, ma ne rappresentano un'appendice a volte trascurabile, mentre il cinema americano è il cinema dei generi per eccellenza.