Il che dimostra la capacità e la modernità di Fassbinder di far proseguire il mélo classico e in particolare quello sirkiano lungo un cammino impossibile nella Hollywood degli anni '50, ma ormai diventato necessario più di dieci anni dopo in Europa (37).
In questo senso anche il film di Fassbinder può essere considerato postmoderno, proprio per quello sforzo di recuperare uno stile del passato.
Con gli esempi forniti da Almodóvar e Fassbinder abbiamo la conferma che le forti variazioni sul soggetto originale di un film, al di là delle personali poetiche d'autore, si rendono necessarie; pena l'inconciliabilità del remake con il pubblico cui il remake è destinato. Ciò ci permette di interpretare i tagli e le alterazioni apportati dal regista non come un gratuito atto narcisistico, ma come un inevitabile e decisivo passaggio ad un livello più concreto di comunicazione. Nello stesso tempo confermiamo l'estraneità del cinema europeo al sistema dei generi, e la sua tendenza a produrre soltanto ibridi. Possiamo affermare che mentre i registi americani lavorano su modelli stranieri al fine di introdurli in un determinato genere, quelli europei apportano modifiche ai prototipi americani fino a renderli incompatibili con le classificazioni di genere, confermando la propria personalità e la propria poetica come uniche coordinate di riferimento.