Saverio ci lascerà entrare in casa e la festa avrà inizio.»
«Serena, sei fantastica! È un piano perfetto.»
«Sì, ottimo. Dài Michele, telefona a Saverio!»
«Io non ce l’ho il numero di Saverio, datemelo voi.»
«Chi ha il numero di Saverio?»
«Io no, mai avuto.»
«Nemmeno io.»
«Nessuno ha il numero di Saverio? Possibile?»
Nessuno aveva il numero di Saverio.
«Va bene, allora ci presenteremo direttamente davanti alla porta di casa sua e suoneremo il campanello. Sarà una sorpresa ancora più bella, e non dobbiamo nemmeno inventarci scuse.»
«Sì, giusto!»
«Okay, allora montiamo tutti sulle auto e partiamo!»
«Sì, ma dove abita Saverio?»
«Ah, boh!»
«Dài! Non ci credo! Nessuno sa dove abita Saverio?»
«Io non ne ho idea.»
«Nemmeno io. So solo che è a mezz'ora dall'ufficio. Una volta gliel'ho sentito dire.»
«Non possiamo telefonare al direttore? Lui lo sa sicuramente.»
«Direi proprio di no! Siete matti? A quest'ora poi!»
Michele ha aperto lo sportello della macchina, si è chinato a prendere qualcosa sul sedile, è emerso con una lattina di birra, ha detto: «Vabbè, intanto bevo qualcosa.»
«Ehi, passa una lattina anche a me!»
«Una anche a me!»
Abbiamo iniziato a bere, tutti. Milena ha apparecchiato il cofano della macchina con una tovaglia da picnic che teneva nel portabagagli dall’ultima pasquetta, ha disposto lì sopra i tramezzini e le patatine. Michele ha acceso lo stereo a volume sostenuto con quelle tipiche musiche brasiliane da trenino. La festa nel parcheggio sotterraneo è iniziata così, per caso. Abbiamo indossato i cappellini di carta con l’elastico, abbiamo ballato, abbiamo mangiato, abbiamo riso come matti. Giorgio e Serena in preda all’alcol si sono dati pure un bacio mentre ballavano insieme e chissà perché anche questo ci ha fatto ridere da matti.
«Non mi divertivo così da anni» ha detto Milena.
«Già, mi fanno male gli addominali per le risate e per la roba che ho mangiato!»