Prima che sentite brutte voci su me medesimo, vi dico che non ho fatto il militare perché ho il torace piccolo e l'occhio sinistro poco vedente, però ho detto ai medici militari che potevo sparare pure se ho il torace piccolo perché le mani sono normali, non ho capito che c'entra, ma comunque mi hanno detto vattene a casa e io me ne sono tornato. Ho detto: «Sto pure meglio a casa, pensa se scoppia la guerra, ah ah ah!».
Se vi diranno che non ho la patente è vero, mi hanno bocciato sempre alla teoria, cinque volte, mi è costato come due vitelli, alla fine ho detto ma chi se ne frega della patente, tanto io so guidare lo stesso, che ne sa la macchina? Che ne sa la strada? E poi qui in paese non ho mai visto quei segnali strani che mi ci hanno bocciato. Quelli della scuola guida fanno i saputelli e bocciano la gente onesta per sfregio, ti chiedono cose sui passaggi a livello e qui non ci passa manco il treno, cose cosi. Comunque sono un uomo con la macchina, guido il trattore e pure la Cinquecento di mio padre, tanto in paese ci sono pochi controlli e poi di solito porto solo mia madre dal medico alla piazzetta, che lei soffre di gotta. Non si attacca mica la gotta, eh! Se poi un giorno venite a cena non state a pensare alla gotta di mia madre, pure se cià i piedi brutti, poi lei sta sempre con le ciabatte, e uno li vede quei piedi gonfi e dice: «Mamma mia! Chissà che cosa ha questa donna ai piedi!»
Inviterò vostra figlia al veglione di fine anno, quello al ristorante da Peppe, cinquantamila Lire a testa, pago io, almeno se riesco a incontrarla in paese prima che finisce l'anno, sennò sai che fregatura. La verrò a prendere con la Cinquecento. Quindi quando voi leggerete questa lettera forse io e Francesca ci saremo già baciati ah, ah, ah! Scherzo, non faccio certe cose in mezzo alla gente, poi pure Francesca dice di sicuro: «No, qui no eh!»
Questa è una storia di fantasia
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